Alcune testimonianze

Per spiegare cosa sono gli Esercizi Spirituali per famiglie, 
cosa può esserci di più vero e concreto di alcune testimonianze,
dell'esperienza diretta di chi li ha vissuti in prima persona?


 7 febbraio 2015
 
«I doni che arrivano al singolo diventano davvero dono anche per gli altri» 

Nelle due volte che abbiamo fatto gli EESS a Sichar oltre alla possibilità di pregare individualmente e come coppia è stato un dono vedere come Dio opera nella vita di ognuno e di ogni altra famiglia. Quindi i doni che arrivano al singolo diventano davvero dono anche per gli altri. E' un miracolo che commuove e che si ricorda nel tempo.
Anche se noi non abbiamo figli è bellissimo vedere come questa esperienza permetta di camminare e condividere sia nella coppia che con i figli.
A noi aiuta molto nella preghiera ignaziana tutto ciò che aiuta alla contemplazione visiva e attraverso i sensi della Parola.
 
Silvia e Giuliano


7 febbraio 2015

«Tutta la famiglia al “lavoro” con il Signore e per il Signore» 
 
La nostra esperienza a Sichar è stata molto forte e inaspettata. Siamo arrivati lì per caso, P. Enrico dice che il caso è il Signore che agisce in incognito (riportando un detto di P. Filippo Clerici sj). Ed è stato proprio così. Il Signore ci ha regalato momenti indimenticabili. Tutta la famiglia al “lavoro” con il Signore e per il Signore. E i frutti di questo lavoro sono stati tanti, piccoli e grandi: le canzoni che i bambini ancora cantano a tavola per la preghiera prima del pranzo o della cena; i consigli ricevuti dirante i colloqui che risuonano nelle nostre menti e nei nostri cuori; le storie delle persone che abbiamo incontrato; i lavori dei bambini..
Ma l'esperienza più forte è stata la confidenza che si è creata tra noi e la Bibbia. Sentivamo lo Spirito Santo agire in noi e ogni lettura ci trasmetteva sempre forti messaggi e tante domande. E' stata un'esperienza mai provata prima.
Abbiamo incontrato la Samaritana in tante coppie come noi assetate di Dio e della sua Misericordia.
Cosa vuole il Signore da noi, come coppia e come famiglia? La certezza è che dobbiamo sempre confidare e sperare nel Signore.
Vi abbracciamo tutti.

Davide, Maria Gina, Nicola, Karol e Gabriele


5 febbraio 2015

«Fare gli Esercizi spirituali è ogni volta una rinascita» 
 
“Fare” gli Esercizi spirituali di Sant’Ignazio per noi è ogni volta una rinascita, rafforza la nostra unione e indica la strada.
Ci sentiamo parte di una comunità in cui ci si sostiene reciprocamente e ci si accoglie così come si è.
Ci aiuta particolarmente: l’adorazione notturna; la Parola spezzata per poter essere mangiata; il silenzio; la condivisione di preghiere, pensieri, speranze; il discernimento con le guide; il canto di ringraziamento dei bambini prima del pasto e la loro presentazione del percorso della giornata nella celebrazione serale; i volti e le voci delle suore del Carmelo.
In tutto questo sentiamo che il Signore si manifesta e ci parla.
L’esperienza degli Esercizi ci ha insegnato l’ascolto della Parola e l’allenamento alla ricerca, in Essa e nella complessità del quotidiano, della Volontà del Signore nella nostra vita.
Siamo davvero grati di poter essere parte di questo cammino spirituale.

Mario e Micaela


31 gennaio 2015

«Mi è piaciuto giocare con questi bambini che fanno questa strada per andare da Gesù»
 
- Che cosa, come coppia, negli esercizi spirituali per famiglie vi fa sentire che siete “un noi” in cammino che ha una sua propria dinamica, che l’elemento dello stare insieme e in comunione è essenziale per il percorso spirituale?
Secondo la nostra esperienza, il fatto di condividere insieme il cammino nella preghiera. La preghiera è essenzialmente relazione, è una dinamica di incontro con il Signore, ma il fatto di condividerla insieme come sposi porta a compimento quell’essere “una carne sola” di cui ci parla il libro della Genesi. Inoltre c’è un elemento pratico, tangibile di questo essere “un noi”, ed è il momento della condivisione di coppia che avviene ogni giorno nel corso degli esercizi, in quel momento ciascuno apre all’altro la propria dimensione più intima che porta ciascuno a smettere i panni dell’io personale e realizza il noi-coppia. Questa apertura profonda compone nella coppia una comunione rinnovata e rafforzata che rielabora il cammino della propria vita di coppia alla luce dell’incontro con Il Signore che gli sposi compiono.
- Che cosa, del percorso proposto ai figli, aiuta anche me come singolo, noi come coppia e in definitiva tutta la famiglia?
È l’ambiente degli esercizi che ci aiuta, si percepisce chiaramente che anche i figli pur non avendone a volte una piena consapevolezza, si rendono conto che sono in un luogo e insieme ad altre persone che stanno percorrendo una strada di incontro con il Signore, quindi questa percezione che come genitori riusciamo a scorgere dona a noi una certezza, la certezza che Dio sta operando per mezzo degli esercizi con tutta la famiglia e per tutta la famiglia. Una frase di nostro figlio ci risuona sempre in testa quando anni fa (aveva 6 anni) gli chiedemmo: cosa ti è piaciuto di questi esercizi spirituali? La sua risposta fu illuminante: “mi è piaciuto giocare con questi bambini che fanno questa strada per andare da Gesù”.
- Quali sono gli aspetti che maggiormente mi aiutano a pregare?
La Parola di Dio e gli spunti delle guide, il silenzio, il luogo (Alpe di Poti è un luogo santo), la testimonianza dei fratelli con cui si condivide il cammino, vedere come ciascuno si ritaglia spazi di preghiera, la condivisione, la presenza della famiglia al completo, vedere che i figli non soffrono il fatto di stare in un contesto che per loro potrebbe risultare difficile ma anzi sono coinvolti e vivono la settimana di esercizi serenamente, e quindi alla fine sentire che sei in cammino non come singolo ma come famiglia, addirittura come comunità: è stupendo!
 
Marco, Valentina e Samuele


14 novembre 2011

«Sentire e gustare insieme la presenza e la parola di Dio»
         
Secondo noi l'esperienza ha il grande pregio di mettere a disposizione la possibilità di svolgere gli Esercizi all'intera famiglia, perché, così com’è strutturata, permette anche il confronto e la condivisione in coppia e con i figli.
Permettere alla famiglia nella sua interezza di sentire e gustare la presenza e la parola di Dio e di discernere qual è il progetto ad essa riservato, secondo noi è di grande giovamento anche perché nel frattempo anche i figli seguono un percorso non solo di semplice animazione. Nel nostro tempo è fondamentale dare un’occasione a noi laici, madri e padri, mogli e mariti, figli e figlie la possibilità di capire il Signore dove ci chiama e come agire nel quotidiano (lavoro, scuola, ambito domestico).
La caratteristica di offrire un itinerario educativo e di riflessione ai giovani da rielaborare poi in famiglia ha caratteristiche di grande beneficio. Ed è peculiare solo di queste esperienze, non ne abbiamo trovato di analoghe e nel confrontarci con altre famiglie ci pare ci sia grande interesse a poter usufruire di tale opportunità. E’ di grande giovamento, confermiamo e sottolineiamo un pensiero che verrà da più persone, sapere che altri, in altri luoghi d’Italia, pregano secondo un unico stile.

Peppino, Cinzia, Marida e Raffaele


15 settembre 2011

«Insieme si prega meglio»

Ci siamo accostati all’esperienza principalmente per il desiderio di partecipare comunque agli Esercizi: farli insieme, anche con la nostra prima figlia ancora in fasce, era l’unica modalità per noi accessibile visto che Andrea aveva pochissimi giorni di ferie.
Soltanto in seguito ci siamo resi conto della “grandezza” degli Esercizi per famiglie, che non consiste semplicemente nel fatto che tutti i membri della famiglia vi possono partecipare contemporaneamente; soprattutto ci si impegna a raccogliere la sfida che insieme si prega meglio; il coniuge, i figli che accanto a me cercano come me un rapporto privilegiato con Dio, mi sono di aiuto ad entrare in preghiera.

Inoltre, negli anni, l’esperienza è cresciuta insieme con le coppie che vi partecipavano e si è arricchita di momenti preziosi pensati appositamente per favorire lo scambio nella coppia e nella famiglia: le istruzioni prevedono sollecitazioni per il dialogo di coppia; “il momento della stella” vede la famiglia riunita in preghiera per rileggere la giornata trascorsa (naturalmente adattando la proposta all’età dei bambini e alle esigenze familiari); gli esercitanti vengono esortati a ritagliarsi nella giornata un momento di condivisione di coppia.


Riguardo al nostro ruolo ad Alpe di Poti, ci occupiamo principalmente della gestione dell’animazione per i bambini, che comprende momenti di catechesi pensati seguendo la traccia degli Esercizi preparata dai Padri. I religiosi si occupano dei colloqui e delle istruzioni. Le suore provvedono all’ospitalità e danno un contributo prezioso nella liturgia. Alcuni scout ci aiutano nell’animazione, insieme con i genitori che si rendono disponibili a passare un’ora a pomeriggio con i bambini (divisi in tre gruppi, per fasce d’età).


Andrea e Cristina



22 agosto 2011

«Ci torniamo l'anno prossimo, vero mamma?»

E' la domanda incalzante, che esige una risposta immediata, certa, che mi viene posta ogni anno dai miei figli al termine della settimana di Esercizi Spirituali per famiglie. Ed è anche il desiderio che accompagna me e Stefano (mio marito) lungo tutto il corso dell'anno, quando gli impegni della vita quotidiana depredano il bisogno di preghiera e di silenzio. E così ci siamo ritrovati anche quest'anno a programmare, nelle nostre vacanze, la settimana di Esercizi Spirituali per famiglie, anzi ad imbastire le vacanze intorno a quel tempo e a quel luogo: il punto fermo era il Pozzo di Sichar, vicino Cagliari, una settimana in agosto.

Allora mi sono domandata: cosa rende quest'esperienza quasi un bisogno irrinunciabile? E così ho cominciato a scandagliare i luoghi, le giornate, il metodo, le parole, le persone, i suoni, ecc. ed ho realizzato che tutto quello non erano altro che le condizioni per un'unica grande ragione: un profondo, pieno, intenso incontro col Signore. Sì, è proprio questo che, in forme diverse, "attrae" sia noi che i nostri figli.


Ma quali sono state queste condizioni, questi "facilitatori" che ci permettono di incontrare il Signore?


Comincerei dal luogo. Il Pozzo di Sichar è una casa costruita negli anni Ottanta ed è stata "pensata" proprio per gli Esercizi Spirituali. Sorge su una lieve altura che domina il golfo di Cagliari ed è circondata da un ampio giardino coltivato a macchia mediterranea, con vialetti, panche e tavoli di pietra nascosti tra le piante. Al piano terra c'è un ampio salone per gli incontri, uno più piccolo adibito a "segreteria", la Cappella, una biblioteca, il refettorio con una grande cucina, le camere con 2/3 letti, tutte con il bagno.

Al piano superiore c'è un'altra Cappellina e alcune camere singole, oltre ad una grande terrazza dalla quale è possibile contemplare la volta stellata del cielo notturno. Seminterrato c'è un enorme salone, che si mantiene fresco d'estate, il regno dei bambini. Per il resto, l'aria condizionata garantisce la giusta temperatura nelle ore più calde della giornata.

Entriamo nel vivo delle giornate. Come si svolgono? L'accuratezza della scansione delle giornate rivela il continuo, incessante lavorio di perfezionamento che le famiglie partecipanti e le guide hanno fatto nel corso degli ultimi dieci anni, sulla base di confronti e verifiche. La giornata comincia alle 8,00 con le Lodi in Cappella. La partecipazione è libera, anche se vi si ritrovano poi quasi tutti, eccetto qualche mamma e i bambini alle prese con il risveglio.


Alle 8,30 c'è la colazione tutti insieme in refettorio, dopodiché i bambini vanno con gli animatori, mentre i genitori si riuniscono alle 9,15 in salone, per i PUNTI per la preghiera. E' questo il "cardine" della giornata: dai brani della Scrittura suggeriti e commentati dal Padre gesuita e dal "grido del cuore" proposto prenderà il via la giornata di preghiera. E' questo un momento irrinunciabile:

anche chi si occuperà poi dei bambini non lo perde, anzi dagli spunti ascoltati prenderà ulteriore linfa per le attività che poi proporrà ai bambini. I bambini, nel frattempo, fanno giochi per conoscersi meglio fra loro e con gli animatori. I Punti durano circa un'ora, dopodiché ciascun genitore si "costruisce" i suoi tempi di preghiera nell'arco della mattinata, generalmente due, intervallati da uno "stacco". Sceglie il luogo che lo aiuti di più a concentrarsi (il giardino, le cappelle, la camera...), si pone in atteggiamento di preghiera e riprende gli spunti e i brani suggeriti, soffermandosi su quelli che in quel momento gli "parlano" di più.

Intanto i bambini cominciano le loro attività, guidate da un genitore o una coppia, che le ha precedentemente preparate, basate sugli stessi punti proposti ai loro genitori. Può essere la ripresa di qualche brano della Scrittura o qualche racconto che attivi nei bambini la considerazione di alcuni aspetti fondamentali suggeriti dal brano, attraverso giochi, attività manuali, canti ed altro. A volte i bambini restano nella casa, generalmente nel salone o in qualche zona del giardino, con la precisa indicazione di rispettare il silenzio dei genitori, qualora debbano spostarsi nelle zone dove questi si trovano in preghiera.


Questo è uno degli aspetti più delicati della "convivenza": i bambini vanno costantemente sollecitati a questa attenzione. Di contro, questo è anche uno dei più forti aspetti di pedagogia della fede: i bambini che vedono i propri genitori così immersi nella preghiera, in silenzio, e come loro anche gli altri genitori, manterranno viva nel loro cuore quest'immagine, che non tarderà a dare il suo frutto.


Altre volte i bambini vengono accompagnati fuori dalla casa, presso le residenze di amici di famiglie partecipanti, che gentilmente mettono a disposizione, dotate di accesso al mare o piscina. In questo modo i bambini condiscono le attività con qualche tuffo rinfrescante, e i genitori potranno gustare un profondo silenzio.


Quando i bambini restano nella casa, il loro pranzo si svolge alle 12,30, prima di quello dei genitori, mentre quando sono fuori consumano il pranzo al sacco. Il pranzo dei genitori comincia alle 13,15 e si svolge in silenzio, ascoltando la lettura di un libro, seguita da musica classica. Terminato il pranzo, ci si dedica ai servizi. La casa, infatti, è semi-autogestita, cioè la cucina è affidata ad "esterni" (una cuoca remunerata più due volontarie), mentre apparecchiatura, pulizia del refettorio, lavaggio piatti e pulizia degli spazi comuni sono a carico dei partecipanti. Questi servizi, suddivisi tra tutti i partecipanti, sono un lieve giogo che aumenta il senso di fratellanza e di condivisione. Fino alle 16 si riposa. I bambini a volte guardano un cartone o un film adatto a loro.


Alle 16.00 i bambini riprendono le attività con gli animatori (quando sono in casa), mentre i genitori si riuniscono nel salone per ascoltare le istruzioni per la preghiera: preziose indicazioni pratiche per aiutare la preghiera, tratte dagli Esercizi Spirituali di S. Ignazio e da brani della Scrittura. Segue il tempo per la preghiera personale e di coppia: la coppia, infatti, è sollecitata a ritagliarsi un tempo per la preghiera insieme, in cui, sempre con la forma della preghiera, si condivide ciò che il Signore sta operando in ciascuno. Inoltre, lungo tutta la mattinata e nel pomeriggio le Guide sono a disposizione per dei colloqui personali, ma anche di coppia, qualora si rendessero necessari. I colloqui sono molto importanti per una guida "personalizzata", per verificare come sta andando il percorso e per "riconoscere" i movimenti del cuore.


Alle 18.00 i genitori si "riappropriano" dei figli, lasciando agli animatori un po' di meritato riposo. Comincia il tempo per eventuali docce e per la cosiddetta "stella". Il primo giorno i bambini preparano una stella in cartoncino e ogni giorno la famiglia riunita scriverà su una delle sue punte il "succo" della giornata, la parola o la frase che, dopo una breve condivisione, esprime meglio le esperienze vissute da genitori e figli.


Alle 19.00 c'è la Messa in Cappella. Anche i bambini vengono volentieri. Più volte mi ritrovo a stupirmi di questo fatto: lì i bambini partecipano volentieri alla Messa tutti i giorni, mentre spesso nelle proprie città partecipano svogliati ad una sola Messa, quella della domenica. Sarà per i canti, scelti, provati e accompagnati dalle chitarre; sarà perché hanno sempre un "compito", come presentare l'attività che hanno svolto o portare all'offertorio qualche loro manufatto; sarà perché il sacerdote ha sempre qualche parola anche per loro; sarà perché ci sono anche i loro amici; sarà perché nel clima che si respira in quella settimana, la Messa appare la cosa più naturale del mondo...


Alle 20.00 si cena tutti insieme. E' un momento festoso. I bambini non rinuncerebbero per nulla al mondo a mangiare insieme ai "loro" animatori, così i genitori possono scambiare qualche parola con altri genitori.

Questo è il tempo in cui il silenzio cercato, custodito, salvaguardato durante la giornata, cede il passo ad un conviviale tempo di condivisione. In questo tempo si condividono le esperienze che si vivono nelle proprie realtà quotidiane, di parrocchia, di comunità. In questo tempo si scambiano idee, si condividono scelte, si costruiscono legami.

Il silenzio, messo per un po' in parentesi, riprende il suo posto privilegiato durante la preghiera della sera, che prende a volte la forma di una processione con la croce tra le vie che circondano la casa, di un rosario nel giardino o di una meditazione in Cappella o sotto il cielo stellato sulla terrazza.


Alle 11.30 tutti a letto. Non si vorrebbe mai far terminare una giornata così intensa, ma il riposo è il pre-requisito per recuperare tutte le energie ed affrontare nel miglior modo la giornata successiva.


Solo una notte si differenzia dalle altre: è quella della tanto amata Adorazione notturna a staffetta.

A turno, chi vuole, trascorre un'ora della notte a tu per tu con Gesù Eucarestia, esposto in Cappella. E' un'ora carica di spiritualità. Nel silenzio davvero assoluto della notte, il cuore comincia a farsi sentire, prepotente, ineluttabilmente. E' l'ora che facilmente può regalare momenti di grande consolazione, ma anche desolazione, una desolazione che però riconosciuta, inquadrata e offerta può aprire le porte ad una consolazione ancor più grande. In quell'ora nascono preghiere, illuminazioni, energie che mai ci saremmo aspettati. E quel silenzio pesante e il buio cupo si trasformano in rosee albe risuonanti delle dolci voci della natura.

Un pomeriggio, circa a metà settimana, è libero. La maggior parte delle famiglie si ritrova a trascorrere il tempo su una splendida spiaggia dei paraggi, altri si concedono assoluto riposo. Le famiglie ritrovano per un pomeriggio una dimensione di quotidianità, seppur vissuta nella spensieratezza della vacanza. E' un momento di "stacco" che l'esperienza ha dettato, per far fronte alle eventuali "crisi" di metà-settimana sia dei figli che dei genitori.


E veniamo al metodo. Partirei degli esordi di questa modalità di Esercizi Spirituali. Era il 1998 e alcune giovani coppie, che avevano vissuto e gustato i frutti degli Esercizi Spirituali ignaziani prima dell'arrivo dei bambini, espressero a Padre Enrico Deidda il desiderio di rifare quell'esperienza, non sapendo bene come gestire i figli: lasciarli da nonni o altri sarebbe stato in alcuni casi impraticabile e, comunque, non li avrebbe liberati dal costante pensiero verso di loro. Allora si cominciò a portare i bambini con sé, inventandosi il modo di intrattenerli affinché non "interferissero" con la preghiera dei genitori. Nel corso però degli anni ci si rese conto che quella poteva essere una preziosa opportunità per fare un percorso di famiglia "con" i figli e non "malgrado" i figli! E questa fu la dirompente intuizione. Si cominciò così a strutturare dei semplici percorsi paralleli per i figli, gestiti separatamente, che, sulla falsariga dei PUNTI dati ai genitori, ripercorresse le stesse fasi, gli stessi momenti del metodo ignaziano, gli stessi brani della Scrittura, il tutto però pensato e rivestito con un linguaggio adatto alle diverse età, linguaggio fatto di racconti, colori, attività manuali e soprattutto gioco. E questo metodo si è rivelato vincente: le esperienze di Esercizi Spirituali per Famiglie, che seguono questa impostazione, si sono moltiplicate, negli anni e in diversi luoghi della penisola. Ogni esperienza cresce e si adatta alle caratteristiche del luogo, delle guide e dei partecipanti, ma continua a mantenere una fisionomia comune, che è propria di questa modalità: Esercizi Spirituali che seguono il metodo ignaziano, adattato alla tipologia peculiare dei partecipanti: le famiglie.


Quali sono i temi, le Parole-guida, degli Esercizi? A gennaio, alcune coppie in rappresentanza di ciascuna delle esperienze di EESS per famiglie sparse nella Penisola, si incontrano insieme a P.Enrico e ai Padri gesuiti e alle Suore che riescono a liberarsi dai loro numerosi impegni, in un luogo (prima la Sede dei Gesuiti a Firenze, ora San Saba a Roma) per "fare il punto", verificare l'andamento, condividere eventuali miglioramenti e programmare gli Esercizi dell'estate successiva. In questa sede viene anche definita la "Parola-guida", quella che darà l'impronta comune ai punti di preghiera delle diverse esperienze. Generalmente sono versetti della Scrittura che "lanciano" percorsi spirituali che si adattano al vissuto delle famiglie, ma non solo. Sono in genere abbastanza ampi da comprendere uno sviluppo riferito alla vita di un qualsiasi cristiano. Sarà poi cura delle guide trovare il percorso che meglio si adatti alle famiglie partecipanti, la cui conoscenza è auspicabile preventivamente con un colloquio, e nel corso degli Esercizi Spirituali con i colloqui individuali e di coppia.


Last but not least, le persone. Al "Pozzo di Sichar", fin dall'inizio di questa esperienza in quel luogo, il padre gesuita che ha guidato gli Esercizi Spirituali per famiglie (tranne un anno, a causa di problemi di salute) è stato Padre Enrico Deidda sj. Non è ininfluente nel nostro "amare" quest'esperienza. Abbiamo conosciuto P. Enrico nel 2003, solo di sfuggita, durante una sua visita a Sichar, dove eravamo per una vacanza con altre famiglie, invitate da P. Chicco Botta. L'abbiamo rivisto l'anno successivo e siamo rimasti folgorati: ricordava i nomi nostri e dei nostri figli ed anche qualche altro "dettaglio". Per noi fu l'emblema di quella che successivamente avremmo avuto modo di confermare: la sua ineguagliabile attenzione e cura per chiunque incontrasse. Mai una sua parola ci è apparsa inappropriata, estranea, sempre vicina e sorprendentemente "calzante" per il momento che ciascuno di noi viveva. La sua dolcezza, l'inesauribile pazienza e la sua ironia hanno conquistato anche i nostri figli, che ormai quando lo incontrano non esitano a tuffarsi nel suo abbraccio ad un tempo affettuoso e vigoroso.


L'altro "pilastro": Suor Carla. Dell'ordine "impronunciabile" delle Suore Ausiliatrici delle Anime del Purgatorio, quelle che, a detta dei nostri figli, non sembrano delle suore, perché vanno vestite con abiti normali. Suor Carla è un tornado: dietro l'angelica apparenza dei suoi occhi celesti e dei suoi capelli biondi (che però già tradiscono qualcosa con la loro impettinabilità...) è capace di spiazzarti, di scombussolarti e mandarti a gambe all'aria, con le sue istruzioni, i suoi ficcanti esempi di vita di coppia e di genitori (quasi la vivesse quotidianamente...), le sue irresistibili battute, per poi rimetterti in piedi, in ordine, più saldo che mai.


Al terzo posto piazzerei il fantastico gruppo dei ragazzi del MEG (Movimento Eucaristico Giovanile, seguito dai Gesuiti) di Cagliari, che spendono una settimana delle loro vacanze come volontari per animare i bambini. Sono ragazzi speciali, prendono a cuore in modo commovente i bambini, si affezionano a loro e vengono ricambiati con altrettanto affetto. I miei figli spesso mi fanno notare che hanno qualcosa di diverso dagli altri animatori che conoscono, come ad esempio quelli della parrocchia. Partecipano volentieri alle Lodi, alla Messa, alle preghiere serali che spesso animano in prima persona. I bambini li "prosciugano", stanno insieme a loro per la maggior parte della giornata, e loro? Esausti, a fine Esercizi, ringraziano commossi! E rimangono in contatto. I figli più grandi non vedono l'ora di fare insieme a loro gli animatori dei più piccoli. Per noi genitori è un sollievo che i nostri figli possano avere dei modelli, dei buoni esempi da poter seguire.


Ed ancora: Teresina, la "mitica" cuoca, insieme alle volontarie della cucina; Patrizia e Luca, che si dedicano instancabilmente a tutti gli aspetti pratici, Lisa, che ha organizzato il percorso dei bambini (alla quale aggiungerei, per gli anni passati, Agnese, Arianna e Cecco e la sottoscritta....).


Augurandoci che esperienze come questa possano aiutare sempre più famiglie, chiediamo la benedizione del Signore.


Elena e Stefano