venerdì 12 febbraio 2016

LA NOSTRA ESPERIENZA DI ESERCIZI SPIRITUALI PER FAMIGLIE


Pubblichiamo la testimonianza di Cristina e Andrea,
una profonda rilettura della loro lunga esperienza di
EESS per famiglie.





"Quando abbiamo cominciato a partecipare come famiglia agli Esercizi (la nostra prima figlia aveva allora sette mesi) eravamo del tutto ignari della preziosità del dono che il Signore intendeva offrirci. Lo abbiamo scoperto nel corso degli anni, man mano che la Parola meditata e pregata insieme andava affinando la nostra capacità di ascoltare Dio e l’altro.

All’inizio, come abbiamo confessato tante volte, ci percepivamo come due “compagni” (per usare un termine usato da Sant’Ignazio) che partecipavano allo stesso corso di Esercizi contemporaneamente e che dovevano provvedere come meglio potevano alle esigenze di un numero crescente di figli. Si trattava di fare gli Esercizi nonostante la loro presenza “ingombrante”.

Allora ci ha aiutato tantissimo fidarci del fatto che “il Signore non si fa vincere in generosità” (come ci ripeteva spessissimo il gesuita che ci accompagnava) e che se il nostro desiderio sincero era investire tutte le risorse sulle quali potevamo contare per cercare un rapporto intimo con Lui, Lui stesso avrebbe trovato il modo per farsi ascoltare.

Come annota Sant’Ignazio al n. 5 degli Esercizi, «giova molto che chi fa gli Esercizi li intraprenda con animo aperto e generoso verso il suo Creatore e Signore, mettendogli a disposizione tutta la propria volontà e libertà, in modo che la divina maestà possa disporre di lui e di quanto possiede secondo la sua santissima volontà».

Con i figli piccoli da gestire è forte la tentazione di farsi risucchiare dalle loro esigenze per fuggire da tempi di preghiera prolungata e da un silenzio che possono farci paura e che, soprattutto quando non si muove nulla nell’intimo, sembrano interminabili.

Oggi, dopo diciotto anni di Esercizi per famiglie vissuti insieme, con nostro grande stupore abbiamo finalmente realizzato che i frutti non si fanno attendere e sono copiosissimi qualora si intraprenda l’esperienza con un atteggiamento di apertura e generosità non solo verso Dio ma anche verso il coniuge, tramite il quale Dio ci parla e ci stimola di continuo ad uscire dal nostro "Io" incancrenito. 

L’amore che ci unisce al nostro coniuge è “visceralmente” connesso con quello che ci unisce a Dio, trae alimento dall’amore di Dio che lo ricolma di doni se ci prepariamo ad accoglierli con un cuore aperto e grato. Coltivare la relazione con Dio ci aiuta a far crescere anche il nostro legame di coppia e, viceversa, se lasciamo inaridire l’uno, inaridisce anche l’altro. Il miglioramento dello “stato di salute” di entrambi ci indica in quale direzione lavorare. 

Non posso pretendere che gli Esercizi mi aiutino a progredire nell’amore per il Signore se nel frattempo non desidero intimamente di progredire anche nell’amore per il mio coniuge, con tutto ciò che comporta amare una persona che a volte non la pensa come me, ha una storia diversa dalla mia, parla un linguaggio diverso dal mio…

Un frutto preziosissimo per il nostro cammino di coppia che abbiamo raccolto agli Esercizi per famiglie è stata la scoperta che potevamo aiutarci a vicenda ad essere aperti all’azione dello Spirito Santo. La mia disponibilità ad entrare in dialogo con il mio coniuge avendo di mira la sua crescita personale, nonché a collaborare con lui durante gli Esercizi – anche molto concretamente, per esempio nello svolgimento di eventuali servizi di accudimento dei figli - per favorire la sua partecipazione proficua al corso, mi rende un eccellente supporto per lui, guida efficace capace di promuoverne la crescita spirituale anche una volta tornati a casa.

Un altro frutto importante è stata “l’incarnazione” del Principio e Fondamento nella nostra realtà di coppia: «…dobbiamo servirci di tutte le cose create tanto quanto ci aiutano per la nostra vocazione umana all’amore e ce ne dobbiamo allontanare tanto quanto le sono di ostacolo…». Se viviamo lo scambio con il coniuge come rampa di lancio per puntare alla Relazione perfetta (che è il fine dell’amore sponsale, la vocazione che Dio ha pensato per noi «per lodarlo, riverirlo e servirlo e così raggiungere la salvezza»), tutte le volte che per esempio avvertiamo una repulsione più o meno forte ad accoglierlo così com’è, nella sua diversità, con quelli che a noi appaiono i suoi lati oscuri, le sue incongruenze, sappiamo che dobbiamo vincere tutte le nostre resistenze ed accettare la sfida di deporre la centralità del nostro "Io" per metterci in un atteggiamento di accoglienza. Piuttosto che erigere muri per difenderci dai comportamenti che non approviamo nell’altro, il Principio e Fondamento ci incoraggia a «ingaggiare un combattimento spirituale» per liberarci di tutto ciò che ostacola il nostro incontro con l’altro. Incamminandoci verso l’altro, consentiamo a Dio di intervenire nel nostro esodo e di trasformare le nostre difficoltà di comunicazione in occasione di crescita personale.

Orientato nella giusta direzione dal “Principio e Fondamento” il nostro dialogo di coppia ha subito una sorta di rivoluzione copernicana: entrare in comunicazione con l’altro avendo fissa nel nostro orizzonte la crescita del nostro amore coniugale ha significato per noi iniziare a coltivare la comprensione e l’ascolto amorevole, cercando di evitare il giudizio e la predica, di interpretare al meglio ciò che ci dice l’altro e i suoi suggerimenti, di rassicurarlo che lo sosteniamo e lo accettiamo in ogni situazione. 

In questo modo possiamo progredire nella comprensione e nell’amore reciproco, possiamo osare di “uscire allo scoperto” e di metterci a nudo di fronte all’altro, senza sconti e senza maschere. Allora il momento della condivisione con l’altro di quanto si agita nel nostro intimo non rischia di diventare piuttosto un gioco a nascondino, in cui evitiamo l’incontro a viso scoperto per paura che l’altro “ci faccia tana”, o peggio ancora un campo di battaglia in cui usiamo le parole per ingaggiare tra di noi un braccio di ferro o sferrarci a vicenda colpi micidiali.

Un altro dono che abbiamo ricevuto agli Esercizi per famiglie è la comunione con il nostro coniuge, che si viene a generare quando siamo in ascolto obbediente della medesima Parola, rivolti verso il medesimo Signore, una comunione che si instaura normalmente tra gli esercitanti, ma che nella coppia può raggiungere un livello profondissimo di intimità. Inoltre la consapevolezza di stare nel silenzio e nella solitudine personale a meditare sulla stessa pagina della Bibbia su cui sta meditando il coniuge amplifica il desiderio di progredire nella preghiera per poi condividerne i frutti con lui.

Ovviamente, se vogliamo raccogliere i frutti che abbiamo descritto finora, occorre che curiamo la preghiera personale aiutandoci con tutti gli strumenti che gli Esercizi ci mettono a disposizione e che ci impegniamo a viverla con generosità ed apertura - come si raccomanda Sant’Ignazio - anche rispettando i tempi e i modi stabiliti e facendoci aiutare dalle guide. In caso contrario, perdiamo la “diretta” con la Parola e rischiamo di “parlarci addosso” durante la condivisione di coppia. La comunicazione tra noi si impoverisce, venendoci a mancare quella spinta ad andare incontro all’altro che solo la relazione con il Signore può darci, e cessa di essere strumento di promozione del nostro cammino insieme. 

Se trascuro la preghiera faccio un torto non solo a me stesso e alla mia crescita personale, ma anche al mio coniuge che Dio interpella anche tramite ciò che rivela a me, nel mio intimo. Del resto Giuseppe ha accolto Maria come sua sposa solo dopo aver ascoltato anche lui l’annuncio dell’angelo!

Anche la presenza dei figli, da vicissitudine da gestire, è diventata negli anni una risorsa: se partiamo dal presupposto che la loro partecipazione non è casuale, ma che anche loro ci possono aiutare ad andare incontro al Signore, scopriamo con stupore che sono un ulteriore sprone a vivere in modo fruttuoso l’esperienza degli Esercizi. Poterli contemplare mentre vivono con noi un momento importante della loro crescita ci aiuta innanzitutto ad avere l’animo colmo di gratitudine. Anche la necessità di prenderci cura di loro quando sono ancora piccoli ci è di incentivo a collaborare con il nostro coniuge per accordarci sui tempi previsti dall’orario e restare loro fedeli. Quando poi diventano grandi, si affezionano talmente all’esperienza degli Esercizi, che ci stimolano loro a viverla come una tappa obbligata dell’anno, preziosa per l’intera famiglia, e addirittura si mettono in gioco per dare il loro contributo per esempio nell’animazione.

Persino il compito di curare l’organizzazione e lo svolgimento degli Esercizi, che c’era sembrato troppo gravoso e al di sopra delle nostre forze quando ci è stato proposto la prima volta, si è rivelato per assurdo un dono preziosissimo. Ci consente infatti di toccare con mano come il Signore “opera ed è attivo” già nella fase organizzativa in coloro che si offrono di occuparsi della catechesi dei bambini, nelle famiglie partecipanti che “si affaticano” per cercare l’incontro con Lui, negli animatori della liturgia, nelle religiose che ci ospitano, nel personale che provvede ai vari servizi, nei nostri figli più grandi che si occupano dell’animazione…

Concludendo la nostra testimonianza sul valore degli Esercizi per la famiglia, se vogliamo che l’esperienza produca frutti copiosi, dobbiamo essere disposti a crescere nell’intimità non solo con Dio ma anche con il nostro coniuge vincendo le nostre resistenze. Affinché ciò si verifichi dobbiamo essere fermamente decisi ad intraprendere un cammino di preghiera personale prolungata, nel silenzio e nella solitudine, e a vivere il dialogo di coppia come momento di promozione del nostro amore coniugale, proteggendo con tutti gli accorgimenti necessari i tempi che abbiamo stabilito di trascorrere con il Signore e facendoci aiutare, se possibile quotidianamente, dalla guida e dal nostro coniuge a interpretare e a fare spazio alla Parola nel nostro intimo affinché lo possa fecondare. Solo in questo modo persino coloro che come noi sono impegnati nella organizzazione, che facilmente si ritrovano a dover fronteggiare una serie di imprevisti, possono trarre grazie su grazie dal percorso degli Esercizi ed essere sicuri che la volontà che cercano e trovano sia quella di Dio e non la loro!"

Cristina e Andrea, da Ascoli

venerdì 5 febbraio 2016

FAMIGLIE IN CAMMINO.

Una lunga strada per le famiglie desiderose di vivere il Vangelo,

che ha portato numerosi e sorprendenti frutti.

 

 

Un piccolo pensiero per ringraziare tutte le famiglie degli Esercizi Spirituali, quelle che hanno partecipato all'incontro di verifica/programmazione di gennaio a Roma, ma anche tutte le altre che ci hanno sostenuto con la preghiera e con il loro contributo anche se non fisicamente presenti.

Perché sono davvero tante le famiglie della nostra famiglia degli EESS, aumentate in modo impressionante negli ultimi anni e variopinte nella loro diversità di situazione, di provenienza e di personalità.

Questa diversità è una delle ricchezze della nostra esperienza, che vorrei sottolineare come tratto importante e significativo. Anche dal punto di vista spirituale, non siamo tutte famiglie di formazione gesuitica, in molti casi abbiamo appreso che cosa fossero gli Esercizi Spirituali la prima volta che li abbiamo fatti come famiglia. Talvolta gli stessi sposi hanno vedute differenti in tema di fede. Ma abbiamo scoperto insieme un nuovo modo per approfondire la nostra vita spirituale: non soltanto come singoli, ma come famiglia, come soggetto composto e complesso. Per arrivare a questo abbiamo camminato per una lunga strada, che ha visto prima lo studio di un percorso di coppia e poi di intera famiglia, comprensiva dei figli, non più avvertiti come ostacolo alla preghiera e alla concentrazione, ma come nuova via, nuova porta, per la relazione con Dio. Così i bambini, ma anche i ragazzi più grandi sono stati “contagiati” dal clima di preghiera e di riflessione, hanno costruito i loro percorsi spirituali con le stesse parole guida e gli stessi riferimenti biblici che seguivano gli sposi.

Ma l'audacia dell'esperienza vissuta in seno agli Esercizi Spirituali per famiglie si è spinta ancora oltre: reinterpretare il metodo ignaziano non soltanto con riguardo al soggetto che “riceve” gli esercizi, ma anche in parte con riguardo a chi li “guida”: valorizzare la coppia degli sposi fino a farli diventare guida l'uno per l'altro, attraverso il confronto e il dialogo sincero. Riscoprire la dignità e le potenzialità del Sacramento del Matrimonio anche dal punto di vista spirituale: la “persona plurale” - come è stata definita poi da Umberto Bovani, sulla scorta anche dell'esperienza offerta dagli EESS per famiglie – ha una potenzialità spirituale in divenire che può portare gli sposi ad essere guida reciproca, che non attende dall'esterno ogni indicazione, ma che l'accoglie e la rielabora in autonomia. Questo porta ad uno sdoganamento e a un rinnovamento della posizione che la coppia e la famiglia rivestono all'interno del metodo degli Esercizi Spirituali, che vengono così vissuti e applicati in modo originale a partire dalla situazione esistenziale della comunità/famiglia. In questi dodici anni di esperienza, si sono moltiplicati i luoghi in cui si svolgevano gli EESS, la richiesta da parte di nuove famiglie si è moltiplicata e tuttora non si sa bene come far fronte a quanti bussano a questa esperienza, confidiamo totalmente nella Provvidenza.

Siamo grati a Padre Enrico Deidda che ha avuto il coraggio di scommettere su questa esperienza e tanto tempo e affetto ha dedicato e dedica a tutti noi. Ma anche ai numerosi religiosi che ci accompagnano in questo cammino e ci danno il loro insostituibile sostegno. E' bello vedere come anche sacerdoti e religiose di diversi ordini si sono impegnati in questo cammino di famiglie, segno ulteriore di come il metodo di S. Ignazio, vissuto come impronta e forma spirituale, più che come metodo puntuale, sia una intuizione sempre attuale e piena del respiro di Dio.

Accogliamo come un segno della presenza dello Spirito anche la vicinanza di Umberto Bovani, incaricato dai Padri gesuiti di coordinare le nuove esperienze spirituali delle famiglie, che in questi stessi anni ha portato avanti un'esperienza molto importante, anche se in parte diversa, di spiritualità familiare e laica. Le sue parole, che richiamano e confermano quanto da noi sperimentato “sul campo” (a volte di battaglia...) in questi anni, ci danno vigore e ci confortano.

Un abbraccio a tutti.

Liliana da Firenze

martedì 2 febbraio 2016

INCONTRO DI COORDINAMENTO - ROMA, 30-31 gennaio 2016

Si è appena concluso l'incontro di coordinamento tra le famiglie rappresentanti delle diverse sedi in cui si svolgono ogni estate gli Esercizi Spirituali per famiglie, sulla scia di S.Ignazio di Loyola.
Lontani dalla piazza, accolti all'Oratorio del Caravita e all'Università Gregoriana, ospiti delle generose famiglie romane, 24 famiglie provenienti da diverse parti d'Italia, si sono confrontate sulle esperienze dell'anno passato, condividendo idee e cercando insieme soluzioni, per partire con l'organizzazione dei prossimi EESS carichi di nuova energia.

In attesa di diffondere le prossime date e luoghi, condividiamo alcune foto e il messaggio di ringraziamento di Massimo, da Catania, che ci dà l'idea della ricchezza di questi due giorni.

"L'incontro di Roma ci ha regalato tanti doni e ha portato tanti frutti.
Bello rivedere le famiglie conosciute, piacevole conoscere di persona le altre,
con le quali avevamo legato solo attraverso i social.





... Emozionanti le visite alla Basilica di S. Maria Maggiore (con il passaggio attraverso la Porta Santa e la preghiera nella cripta in cui S. Ignazio ha celebrato la sua prima messa)...


... e la visita alla chiesa di S. Ignazio, con l'accompagnamento celestiale di Pietre Vive (se l'anima vibra e l'arte ti porta in piena preghiera, capisci perché si parla di "pietre vive").




 


 








... Grazie ad Antonella, Tore e Fabio per il bel momento di preghiera e approfondimento
della vita dei coniugi Martin (genitori di S. Teresa di Gesù).


... Grazie a p. P. Pino Piva per gli spunti forniti, forti e attuali: "famiglia come luogo di misericordia, luogo in cui le frontiere trovano accoglienza (possibile solo nella prospettiva evangelica della Misericordia)".


... Grazie per la bella Messa insieme all'Esecutivo CVX e al gruppo di famiglie ignaziane di Firenze. 



... Grazie ad Umberto Bovani per la bella testimonianza con la quale ci ha ricordato che non sono gli Esercizi Spirituali ad essersi adattarti alle famiglie ma che attraverso questa esperienza la nostra vita concreta può diventare luogo per abitare dentro lo Spirito. Bello anche sapere da lui come la Compagnia di Gesù stia seguendo con particolare attenzione il nostro percorso.



... Grazie alle famiglie romane per l'accoglienza, grazie a p. Massimo Nevola, p. Vincenzo D'Adamo e gli altri padri gesuiti presenti per l'attenzione e l'accoglienza riservateci. Grazie alle guide spirituali per l'entusiasmo, l'amore e la vicinanza nell'accompagnarci. 
Grazie a p. Enrico Deidda, Paolo ed Elena per la fatica dell'organizzazione e per quella che li aspetta nel preparare il resoconto delle due intense giornate, il volantino ecc; grazie a tutte le persone che pur non presenti fisicamente hanno pregato per noi e grazie a ciascun componente delle famiglie presenti, provenienti da tutta Italia, nelle quali è stato presente il soffio dello Spirito Santo che ha permesso di far concretizzare proposte e lanciarne di nuove affinché questa bella esperienza di famiglie in cammino diventi la possibilità concreta di poter andare PER UN'ALTRA VIA, quella che il Signore non si stanca mai di indicarci; partendo, come ha ricordato Umberto Bovani, da ciò che siamo, dalla realtà della nostra famiglia. Grazie Signore per tutti questi doni."
Massimo, da Catania